Al giorno d’oggi con l’urgenza di salvaguardare l’ambiente e gli oceani chi sale a bordo di una barca lo fa anche per una scelta ecologica. Quella di vivere appieno la natura, conoscerla ancora più a fondo e rispettarla ogni giorno. Del resto i diportisti sono sempre stati i primi a rendersi conto personalmente del progressivo degrado degli oceani. Così come del conseguente cambiamento climatico che di quell’inquinamento è uno dei riflessi più tangibili.
L’approccio ecologista del marinaio moderno si declina in tanti modi: si preferisce la propulsione a vela piuttosto che quella a motore, si installano pannelli solari per avere energia pulita, si rinuncia a utilizzare a bordo oggetti di plastica monouso, si differenziano i rifiuti, si smaltiscono correttamente le acque nere e grigie, si fa una scelta scrupolosa del packaging dei prodotti imbarcati, e tanto altro ancora. In altre parole si tende a selezionare i propri comportamenti quotidiani in “green” e “no green” e con un po’ di cura, un pizzico di sacrificio e qualche rinuncia si cerca di inquinare il meno possibile, riducendo al minimo l’impatto del proprio navigare.
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Secondo una ricerca pubblicata di recente sulla rivista scientifica Science saponi, deodoranti e profumi inquinerebbero quanto lo smog. Per tale ragione ai diportisti non dovrebbe mancare una maggiore attenzione all’uso di prodotti per la pulizia della barca: detersivi da bucato, sgrassanti, saponi per la lavatrice, ma anche shampoo, detergenti per il corpo e prodotti per il proprio benessere. Spesso infatti si è poco consapevoli delle conseguenze disastrose per l’ambiente apportate dall’utilizzo giornaliero dei detersivi altamente inquinanti. Potrebbe sembrare catastrofico, ma un bucato in lavatrice o la doccia di un intero equipaggio con detergenti non sostenibili in realtà inquinano il mare quanto una strada trafficata di una grande città.
Il motivo principale è che i tradizionali prodotti di pulizia che spesso si utilizzano a bordo contengono un’elevata quantità di sostanze chimiche e agenti inquinanti. Da un lato sembrano aiutarci a combattere lo sporco, la salsedine, le macchie, e dall’altro invece, una volta dispersi in mare, sono responsabili della morte di pesci, cetacei, animali e uccelli marini, nonché dell’inquinamento delle acque in conseguenza del rilascio di microplastiche. Un vero controsenso per chi poi in quell’acqua ci vive,
ci naviga e ci passa il tempo libero come un diportista.
Ma vediamo nello specifico quali sono queste sostanze inquinanti che si trovano nei tradizionali prodotti di pulizia della barca. Un moderno detergente non sostenibile è un miscuglio di circa 15 e più composti chimici. Questi di seguito sono però i più tossici e di solito nemmeno descritti nelle etichette del prodotto.
Come si può capire, un utilizzo indiscriminato anche in barca di tali detersivi tradizionali che contengono una o più sostanze tra quelle indicate non ha conseguenze solo sulla sopravvivenza di flora e fauna marina, ma anche sulla nostra salute. Non è un caso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità reputi i detersivi tradizionali un pericolo sempre più concreto e allarmante.
Come evitare dunque di usare detergenti tossici? Quando acquistiamo un qualunque detersivo, sapone o sgrassante da utilizzare in barca dobbiamo pensare anche alle conseguenze che ciò comporta all’intero ecosistema marino. Il consiglio è di leggere molto attentamente le etichette di questi prodotti aiutandovi a decifrarli anche con l’utilizzo del Biodizionario. E scegliere solo quelli che hanno una composizione di sostanze naturali nell’intera formula e soprattutto certificate da enti specifici per la salvaguardia dell’ambiente. Magari anche prodotti con un ciclo vita responsabile, compreso un packaging ecologico.
Anche in questi piccoli gesti che riguardano la salvaguardia del nostro ambiente si vede il vero marinaio, consapevole, attento e amico della natura.
Buon vento
Il team Nagua